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Uccelli

Parrocchetto monaco

  • Distribuzione: Bolivia, sud del Brasile e Argentina.
  • Longevità: fino a 25 anni.
  • Ambiente ideale: essendo animali molto attivi, è importante fornire il maggior spazio possibile. Per questo motivo le dimensioni ideali per le voliere sono di 2m di lunghezza x 1m di altezza x 1 m di profondità
  • Alimentazione: i parrocchetti monaci sono pappagalli prevalentemente granivori/frugivori e accettano abitualmente una dieta variegata. È opportuno fornire loro una miscela di sementi secche specifica come alimento base, alla quale saranno affiancate consistenti integrazioni con frutta e verdura, pellets ed estrusi. Di particolare importanza risulta essere un’integrazione alimentare basata sulla somministrazione di cereali e legumi lessi. Necessitano inoltre di un’integrazione vitaminico-minerale periodica.
  • Condizioni climatiche: se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: sono pappagalli dalle caratteristiche comportamentali gregarie: essi costruiscono un nido coloniale con numerosi ingressi, ove più coppie si riproducono contemporaneamente. Per la loro abitudine spiccatamente gregaria è consigliabile allevarli in colonie in grandi voliere. Necessitano di un ambiente fortemente stimolante: gli spazi che vengono dedicati a questi uccelli devono essere confortevoli, ma anche offrire giochi e stimoli vari, che impediscano l’insorgenza di noia o comportamenti anomali. In commercio è possibile trovare esemplari di parrocchetto monaco “allevati a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali quali ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto ecc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Forshaw, J. M. (2010). Parrots of the World (Vol. 70). Princeton University Press. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House.
  • Riferimenti normativi: I parrocchetti monaci sono inclusi nell’allegato B del Reg. (CE)n.338/97. È dunque necessario possedere specifico documento di provenienza (ottenuto all’acquisto dell’animale) e, in caso di riproduzione, provvedere a denunciare la nascita al nucleo forestale dei Carabinieri.

Scheda Parrocchetto monacopdf - 4.96 Mb 

Parrocchetto dal collare

  • Distribuzione: originario di Pakistan e India, diventato oggi cosmopolita.
  • Longevità: fino a 20 anni.
  • Ambiente ideale: lo spazio ideale per questa specie è prevalentemente costituito da voliere a sviluppo orizzontale con misure minime consigliate di 2m di lunghezza x 2m di altezza x 1 m di larghezza. I parrocchetti dal collare sono ottimi volatori, necessitano quindi di spazio e di un ambiente opportunamente arricchito per consentire loro di esprimere liberamente il proprio repertorio comportamentale.
  • Alimentazione: possono essere considerati pappagalli granivori/frugivori, pertanto l’alimentazione dovrà essere costituita da sementi (secche e lesse), frutta, bacche, verdura e una buona integrazione proteica. Risultano essere ben accette mele, pere, banane, broccoli, patate lesse, legumi e cereali lessi, nonché frutta secca reidratata, estrusi e pellettati commerciali specifici, che devono integrare la dieta. Risulta opportuno pianificare con il proprio esperto di fiducia un piano di integrazione minerale e vitaminica periodico.
  • Condizioni climatiche: se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: gli ambienti dove vivono questi uccelli devono essere ricchi di oggetti che possano promuovere la normale espressione comportamentale, come rami naturali, fronde di essenze botaniche fresche (rami di salice) e presentare un nido che possa svolgere la funzione di riparo notturno e luogo per la nidificazione. Gli spazi che vengono dedicati a questi uccelli devono anche offrire giochi e stimoli vari, che impediscano l’insorgenza di noia o comportamenti anomali. Esistono molti giochi in vendita per pappagalli, ma è pure possibile fabbricare giochi in legno naturale o metallo non tossico. In commercio è possibile trovare esemplari di parrocchetto dal collare “allevati a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali quali ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto ecc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche:è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli (II edizione). Aracne editore. Roma. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House.

Scheda Parrocchetto dal collare pdf - 2.36 Mb 

Pappagalli inseparabili

  • Distribuzione: Africa.
  • Longevità: fino a 20 anni.
  • Ambiente ideale: l’ambiente ideale per questi pappagalli di piccole dimensioni è una gabbia di almeno un metro e mezzo di lunghezza, per consentire il volo orizzontale e l’esercizio fisico, arredata con 3 posatoi: 2 disposti in alto, distanti tra loro, il terzo in mezzo e più in basso (per
    facilitare l’accesso alle mangiatoie). Possono essere utilizzati rami naturali quali posatoi, che andranno sostituiti periodicamente.
  • Alimentazione: i pappagalli inseparabili sono uccelli prevalentemente granivori: necessitano quindi di un’alimentazione basata su un buon miscuglio di sementi secche appositamente studiato per la specie (disponibile in commercio). L’alimentazione deve essere integrata con alimenti freschi: molto gradite varie specie di insalata, foglie e infiorescenze fresche di varie erbe prative (Tarassacum, Poa etc.). Completa l’alimentazione la somministrazione periodica di un buon pastoncino secco all’uovo e un miscuglio di sementi lesse (mais, frumento, riso, legumi). Alcune specie non disdegnano larve di insetti, quali tarme della farina (Tenebrio molitor), soprattutto durante il periodo riproduttivo.
  • Condizioni climatiche: se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: sono pappagalli molto attivi e necessitano di un ambiente opportunamente arricchito. Di particolare importanza risulta la somministrazione di rami freschi appartenenti a specie botaniche non tossiche (es. Salix spp.), che scortecceranno per imbottire le scatole nido in legno che si metteranno a disposizione per la nidificazione. Questi piccoli pappagalli sono spesso venduti già socializzati con l’uomo: questa caratteristica richiede un grande impegno da parte del proprietario, perché qualsiasi lacuna relazionale si traduce nello sviluppo di comportamenti patologici, quali l’autodeplumazione (frequentemente presente negli inseparabili allevati a mano). Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali quali ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto ecc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli: 
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007) Encyclopedia of avicolture. Handcock House.
  • Riferimenti normativi: tutti gli inseparabili sono inclusi nell’allegato B (Reg. (CE)n.338/97), ad eccezione dell’inseparabile faccia rosa (Agapornis roseicollis). È dunque necessario possedere specifico documento di provenienza e, in caso di allevamento, provvedere a denunciare la nascita al nucleo forestale dei Carabinieri.

Scheda Pappagalli inseparabili pdf - 3.43 Mb 

Lori

  • Distribuzione: Australia, Nuova Guinea, isole dell’oceano indopacifico.
  • Longevità: 20 anni.
  • Ambiente ideale: per i lori e lorichetti l’ambiente ideale è costituito da voliere di ampie dimensioni a sviluppo orizzontale per favorire il volo. Voliere con lunghezze inferiori a 1,5 m non sono consigliabili. Occorre poi tenere in particolare considerazione che gli alloggiamenti dovranno essere costituiti in materiali igienizzabili e lavabili, dal momento che la particolare alimentazione liquida di questi uccelli provoca imbrattamento delle strutture.
  • Alimentazione: i lori e i lorichetti sono pappagalli molto particolari e necessitano di una buona conoscenza delle tecniche di gestione in ambiente domestico. La loro abitudine di nutrirsi in ambiente naturale prevalentemente di polline, nettare, fiori, piccoli invertebrati e frutta, non li rende adatti ad una alimentazione secca, difficilmente metabolizzabile. Necessitano quindi di nutrirsi di apposite preparazioni disponibili in commercio, specificatamente studiate per le specie: questi prodotti, una volta reidratati con acqua, mimano le caratteristiche del nettare. È bene utilizzare tali prodotti e non affidarsi a ricette casalinghe, per le quali non si può avere la certezza del bilanciamento nutrizionale, mentre è necessario effettuare un’integrazione con frutta fresca. La somministrazione di vitamine e sali minerali completa l’alimentazione di questi pappagalli.
  • Condizioni climatiche: se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria. Occorre tuttavia rilevare che alcune specie presentano maggiori esigenze climatiche, con temperature non inferiori ai 18°C.
  • Ulteriori informazioni: i lori e lorichetti sono pappagalli particolarmente attivi ed è dunque necessario fornire loro un ambiente ricco di stimoli e adeguato al loro repertorio comportamentale. Pezzi di legno non trattato e/o rami freschi di varie essenze botaniche, giocattoli appositi disponibili in commercio e tecniche che favoriscano la ricerca del cibo possono essere adoperati per salvaguardare il benessere di questi pappagalli. Essendo animali sociali dovrebbero essere mantenuti almeno in coppia. In commercio è possibile trovare esemplari di lorichetti “allevati a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali quali ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto ecc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House. Low, R. (2006) Breeding Small Lorikeets. AFA Watchbird, 12(2), 8-13.
  • Riferimenti normativi: tutti i lori e lorichetti sono inclusi negli allegati A e B del Reg. (CE)n.338/97. È dunque necessario possedere specifico documento di provenienza e, in caso di allevamento, provvedere a denunciare la nascita al nucleo forestale dei Carabinieri. Inoltre, le specie in allegato A devono essere gestite tenendo in considerazione anche gli adempimenti richiesti dalla legge della regione Piemonte n.6 del 2010. 

Scheda Lori pdf - 3.64 Mb 

Estrildidae

  • Distribuzione: a seconda della specie.
  • Longevità: fino a 8 anni.
  • Ambiente ideale: l’ambiente ideale per questi piccoli passeriformi, che variano per dimensione da 9 a 17 cm, sono gabbie e voliere a sviluppo orizzontale, che consentano la libera espressione comportamentale e il volo. Si consiglia, per una coppia di individui, una gabbia di almeno 60 cm di lunghezza × 30 cm di altezza × 30 cm di profondità, arredata con 3 posatoi: 2 disposti in alto, distanti tra loro il più possibile per incoraggiare il volo orizzontale, il terzo in mezzo e più in basso (per facilitare l’accesso alle mangiatoie).
  • Alimentazione: miscugli di semi, appositamente studiati per questi uccelli, costituiscono la dieta di base. È anche necessario fornire semi germogliati, erbe prative fresche e insetti, come i moscerini della frutta, termiti, tarme della farina, che diventano essenziali per talune specie. Integrazioni minerali, date dal grit (una miscela di gusci d’ostrica tritati che agevola anche la digestione) o dall’osso di seppia, e vitaminiche completano la dieta di questi volatili.
  • Condizioni climatiche: occorre informarsi sulle caratteristiche climatiche della specie detenuta: alcune, se riparate dalle correnti d’aria, possono essere tenute all’aperto tutto l’anno, altre necessitano di un ambiente riscaldato.
  • Ulteriori informazioni: questi animali gradiscono la possibilità di fare regolarmente il bagno, di adoperare posatoi di differente diametro ed elasticità, altalene, nonché di alimentarsi da fonti diverse dalla mangiatoia, ad esempio spighe di panico o miglio oppure frutta e verdura inserita su spiedini di legno appesi nella gabbia. Le specie più domestiche, i diamanti mandarini, sono estremamente socievoli e a loro agio in presenza dell’uomo o degli altri animali domestici; altre specie meno selezionate sono invece più reattive e non dovrebbero essere alloggiate in ambienti chiassosi e troppo frequentati.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina.
    • Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House. ISBN: 10-0-88839-460-8. SIVAE, Linee guida per la corretta gestione e il benessere degli animali non convenzionali: manuale pratico dal veterinario al proprietario. Società Italiana Veterinari Animali Esotici, associazione federata ANMVI.

Scheda Estrildidae pdf - 5.97 Mb 

Cocorita

  • Distribuzione: Australia.
  • Longevità: fino a 15 anni.
  • Ambiente ideale: l’ambiente ideale per questi pappagalli di piccole dimensioni è una gabbia di almeno 1m di lunghezza per consentire il volo orizzontale e l’esercizio fisico, arredata con 3 posatoi: 2 disposti in alto, distanti tra loro il più possibile per incoraggiare il volo orizzontale, il terzo in mezzo e più in basso (per facilitare l’accesso alle mangiatoie). Data l’alta socialità e prolificità di questi uccelli è comunque consigliabile optare per voliere di maggiori dimensioni, dove poter ospitare diversi soggetti in un piccolo stormo. Possono essere utilizzati rami naturali quali posatoi, che non dovrebbero essere troppo numerosi, mentre è necessario fornire delle apposite cassette-nido in legno per consentire a questi uccelli di rifugiarsi in caso di necessità e di manifestare tutti i comportamenti specie-specifici.
  • Alimentazione: le cocorite sono uccelli prevalentemente granivori: necessitano quindi di un’alimentazione basata su un buon miscuglio di sementi secche appositamente studiato per la specie (disponibile in commercio). L’alimentazione deve essere integrata con alimenti freschi: molto gradite varie specie di insalata, foglie e infiorescenze fresche di varie erbe prative (Tarassacum, Poa etc.). Completa l’alimentazione la somministrazione periodica di un buon pastoncino secco all’uovo e integratori vitaminici e minerali.
  • Condizioni climatiche: se tenute in casa, non devono essere sottoposte a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenute all’aperto tutto l’anno, purché riparate dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: come tutti i pappagalli, anche le cocorite presentano un repertorio comportamentale piuttosto complesso. Questi pappagallini sono molto prolifici e giungono a riprodursi autonomamente con estrema semplicità. È bene fornire loro un ambiente adeguatamente arricchito con giochi specificatamente studiati per la specie, rami naturali, pezzetti di legno e spazio all’interno del quale manifestare tutti i comportamenti naturali. Essendo animali sociali dovrebbero essere mantenuti almeno in coppia.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House. Scoble, J. (1981). The Complete Book of Budgerigars. Blandford Press. SIVAE, Linee guida per la corretta gestione e il benessere degli animali non convenzionali: manuale pratico dal veterinario al proprietario. Società Italiana Veterinari Animali Esotici, associazione federata ANMVI.

Scheda Cocorita pdf - 2.67 Mb 

Cenerino

  • Distribuzione: Africa centro-orientale.
  • Longevità: fino a 60 anni.
  • Ambiente ideale: essendo un animale molto attivo è importante fornire il maggior spazio possibile. Per questo motivo le dimensioni delle voliere dovrebbero essere di circa 3,6m di lunghezza x 2 m di altezza x 1,5 m di profondità. Le voliere devono essere arricchite da piante e arbusti al fine di rendere l’ambiente più naturale possibile.
  • Alimentazione: il cenerino è prevalentemente granivoro e frugivoro e in ambiente domestico necessita di un’alimentazione a base di una miscela di sementi secche specifica, pellets ed estrusi specificatamente studiati da ditte specializzate, cereali e legumi lessi, frutta e verdura. Necessita inoltre di un’integrazione vitaminico-minerale periodica.
  • Condizioni climatiche: se tenuto in casa, non deve essere sottoposto a sbalzi termici. Può altrimenti essere tenuto all’aperto tutto l’anno, purché riparato dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: necessita di ampi spazi, opportunamente arricchiti con materiali che possano stimolare la normale espressione del comportamento. Il cenerino spende molto tempo a rosicchiare ed è particolarmente distruttivo in voliera: per soddisfare le sue necessità comportamentali è opportuno fornire rami e frutti interi, corteccia etc. In commercio è possibile trovare esemplari di cenerino “allevati a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali, quali ad esempio autodeplumazione (molto frequente in questa specie), aggressività, movimenti ripetuti a vuoto ecc. Se allevato a mano, può essere gestito anche fuori dalla gabbia, libero in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Conzo, G. (2001). Medicina degli uccelli da gabbia. Edagricole. Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House.
  • Riferimenti normativi: il cenerino è incluso dal 2017 nell’allegato A del regolamento (CE)n.338/97. È dunque necessario possedere specifico documento di provenienza e, in caso di allevamento, provvedere a denunciare la nascita al nucleo forestale dei Carabinieri e richiedere specifica autorizzazione per ogni spostamento dell’animale. Inoltre, le specie in allegato A devono essere gestite tenendo in considerazione anche gli adempimenti richiesti dalla legge della regione Piemonte n.6 del 2010.

Scheda Cenerino pdf - 3.5 Mb 

Canarino

  • Distribuzione: originariamente isole Canarie.
  • Longevità: fino a 10 anni.
  • Ambiente ideale: gabbie preferibilmente di misure non inferiori ai 90 cm di lunghezza per una coppia, a sviluppo orizzontale, arredate con 3 posatoi: 2 disposti in alto, distanti tra loro il più possibile per incoraggiare il volo orizzontale, il terzo in mezzo e più in basso (per facilitare l’accesso alle mangiatoie).
  • Alimentazione: una buona dieta è costituita da un miscuglio di sementi appositamente destinate alla specie, erbe prative, frutta e verdura. Per quanto concerne la frutta, la mela è la più indicata, ma il canarino può accettare anche altri tipi di frutta. E’ importante la somministrazione del grit, una miscela di gusci d’ostrica tritati che agevola la digestione e fornisce importanti integrazioni di sali minerali. È consigliabile inoltre la somministrazione periodica di un pastone all’uovo e di un idoneo complesso vitaminico. Necessita di acqua sempre fresca, anche per il bagno, che gradisce particolarmente.
  • Condizioni climatiche: se tenuto in casa, non deve essere sottoposto a sbalzi termici. Può altrimenti essere tenuto all’aperto tutto l’anno, purché riparato dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: per poter garantire il giusto benessere, oltre a fornire un’adeguata alimentazione e un ambiente congeniale, è opportuno informarsi sul tipo di razza posseduta e richiedere informazioni specifiche ad allevatori specializzati. È inoltre necessario affidarsi alle competenze di un medico veterinario specializzato, dal momento che questo piccolo fringillide dimostra di essere particolarmente sensibile a diverse affezioni, specialmente se allevati in ambienti non idonei.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina.
    • Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House. Menassè V., 1986. Il libro dei canarini. De Vecchi editore. SIVAE, Linee guida per la corretta gestione e il benessere degli animali non convenzionali: manuale pratico dal veterinario al proprietario. Società Italiana Veterinari Animali Esotici, associazione federata ANMVI.

Scheda Canarino pdf - 3.5 Mb 

Calopsite

  • Distribuzione: Australia.
  • Longevità: fino a 20 anni.
  • Ambiente ideale: le calopsite necessitano di ampie voliere a sviluppo orizzontale, che possano garantire la normale espressione comportamentale e l’esercizio fisico. Gabbie e/o voliere con misure inferiori a 1,5 metri di lunghezza sono da sconsigliare.
  • Alimentazione: sono pappagalli tipicamente granivori, sarà perciò piuttosto difficoltoso abituarli in ambiente domestico a nutrirsi di frutta, mentre gradiscono numerosi tipi di verdure, specialmente a foglia verde. Occorre fornire una miscela di sementi secche come alimentazione base alternata alla somministrazione di legumi e cereali lessi. Integrano la dieta essenze botaniche prative fresche, incluse le infiorescenze, ed estrusi e pellettati commerciali destinati alla specie. Necessitano inoltre di un’integrazione vitaminico-minerale periodica.
  • Condizioni climatiche: sono pappagalli ben acclimatati alle condizioni dell’ambiente domestico e al clima temperato del nostro Paese. Se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria.
  • Ulteriori informazioni: sono pappagalli gregari, che vivono in stormi molto numerosi. Occorre quindi che questi uccelli siano preferibilmente allevati almeno in coppia, meglio in gruppo. Se socializzati all’uomo, devono essere stimolati quotidianamente attraverso l’uso di opportuni arricchimenti ambientali e giochi. In commercio è possibile trovare esemplari di calopsite “allevate a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali, quali, ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto etc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: è importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock House. Rupley, A. E., & Simone-Freilicher, E. (2015). Psittacine wellness management and environmental enrichment. Veterinary Clinics: Exotic Animal Practice, 18(2), 197-211.

Scheda Calopsite pdf - 3.14 Mb 

Ara

  • Distribuzione: Sud America.
  • Longevità: fino a 60 anni.
  • Ambiente ideale: grandi voliere realizzate in appositi materiali non tossicI. Gli Ara sono i pappagalli più grandi e necessitano di ampi spazi ove poter effettuare un salutare esercizio fisico. Le misure consigliate per gabbie e voliere per questi uccelli sono di circa 3 m di lunghezza x 2 m di altezza x 2 m di profondità.
  • Alimentazione: gli Ara sono frugivori e accettano una dieta variegata: frutta e verdura (compresi patate lesse, carciofi, cipolle, aglio); legumi quali fagioli, lupini, lenticchie; miscugli di sementi secche composti da semi di girasole, mais, sorgo, piccoli semi, noci etc. Pellettati ed estrusi possono completare la dieta. Necessitano inoltre di un’integrazione vitaminico-minerale periodica. 
  • Condizioni climatiche: se tenuti in casa, non devono essere sottoposti a sbalzi termici. Possono altrimenti essere tenuti all’aperto tutto l’anno, purché riparati dalle correnti d’aria. Originari delle foreste pluviali amazzoniche, sarebbe ideale mantenerli in un ambiente con umidità relativa superiore al 60%.
  • Ulteriori informazioni: prima di acquistare esemplari appartenenti al genere Ara si deve essere sicuri di poter fornire le cure adeguate per tutta la durata della loro vita. Necessitano di un ambiente fortemente stimolante: gli spazi che vengono dedicati a questi uccelli devono essere confortevoli ed anche offrire giochi e stimoli vari, che impediscano l’insorgenza di noia o comportamenti anomali. Esistono molti giochi in vendita per pappagalli, ma è pure possibile fabbricare giochi in legno naturale o metallo non tossico. Il piumaggio di questi pappagalli è piuttosto sensibile ad ambienti eccessivamente secchi, che dovrebbero essere evitati: si suggerisce di nebulizzare periodicamente dell’acqua su questi uccelli, per consentire loro di ripristinare la struttura di penne e piume. In commercio è possibile trovare esemplari di ara “allevati a mano” (o “allo stecco”): occorre tenere in considerazione che, dato il loro assetto comportamentale, questi soggetti risultano essere animali da compagnia che richiedono un grande impegno da parte del proprietario, al fine di evitare lo sviluppo di comportamenti patologici. Si suggerisce di gestire questi animali con la supervisione di un esperto, in particolare se si osservano comportamenti anomali quali ad esempio, autodeplumazione, aggressività, movimenti ripetuti a vuoto etc. Questi pappagalli, se allevati a mano, possono essere gestiti anche fuori dalla gabbia, liberi in appartamento. Tuttavia, è opportuno verificare che l’ambiente sia privo di qualsiasi oggetto potenzialmente pericoloso, quali oggetti taglienti, apparecchiature elettriche, materiali tossici.
  • Misure igieniche: importante sapere che gli animali possono albergare agenti patogeni per l’uomo. Un esempio è dato dalla psittacosi, causata del microrganismo Chlamydophila psittaci, comunemente associata ai pappagalli dell’ordine Psittaciformes, ma isolata anche da molti altri uccelli, tra cui i colombiformi. Molti animali sono asintomatici ed eliminano il batterio attraverso le feci o le secrezioni respiratorie. Nell’uomo si manifestano sintomi simil-influenzali, che possono complicare in polmonite. Bastano però poche e semplici misure igieniche per ridurre al minimo il rischio di contrarre malattie dagli uccelli:
    • Lavarsi accuratamente le mani subito dopo avere manipolato gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non toccarsi la bocca, il naso, gli occhi o gli abiti dopo avere manipolato gli uccelli senza essersi prima lavati le mani
    • Non mangiare o bere mentre si manipolano gli uccelli o i materiali a contatto con essi
    • Non lavare ciotole, trespoli, mangiatoie nei lavandini destinati all’uso domestico o all’igiene personale, soprattutto non in cucina. Utilizzare una vasca o un
      contenitore dedicato
    • Utilizzare materiale per la pulizia (spugne, disinfettanti, panni) dedicato e separato da quello utilizzato per la casa
    • Scaricare l’acqua nel WC e non nel lavandino
    • Lasciare gli uccelli liberi per il volo in una stanza sicura, escludendo cucina e bagno
  • Approfondimenti: Costa, P. (2014). Allevamento ed etologia dei pappagalli. II edizione. Ed. Aracne. Holland, G. (2007). Encyclopedia of aviculture. Hancock
    House. Rupley, A. E., & Simone-Freilicher, E. (2015). Psittacine wellness management and environmental enrichment. Veterinary Clinics: Exotic Animal Practice, 18(2), 197-211.
  • Riferimenti normativi: Tutti gli ara sono inclusi negli allegati A e B del Reg. (CE)n.338/97. È dunque necessario possedere specifico documento di provenienza e, in caso di allevamento, provvedere a denunciare la nascita al nucleo forestale dei Carabinieri. Inoltre, devono essere gestiti tenendo in considerazione anche gli adempimenti richiesti dalla legge della regione Piemonte n.6 del 2010.

Scheda Ara pdf - 4.01 Mb 

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