L’uccisione degli animali mediante esche e bocconi avvelenati è un reato penale. Dal 2008 le Ordinanze Ministeriali che ne vietano l’utilizzo e la detenzione identificano negli Istituti Zooprofilattici gli organi tecnici deputati alla conferma diagnostica dei casi di avvelenamento e ad attività di monitoraggio come quelle in corso nei comuni di Oulx e Volpiano in seguito a segnalazioni ricorrenti di esche simili tra loro per confezionamento e contenuto. Questi eventi ripetuti nel tempo sono indicativi di un comportamento seriale e per questo degni di particolare attenzione e di segnalazione alla cittadinanza.
Secondo i dati presentati durante il 1° Toxy DAY organizzato a Torino lo scorso giugno, tra il 2012 e il 2016 l’Istituto ha analizzato 563 esche rinvenute sul territorio regionale di cui circa il 40% è risultato positivo ad almeno una sostanza tossica. Tra le sostanze più utilizzate vi erano i rodenticidi anticoagulanti e la lumachina poiché facilmente reperibili in commercio, oltre all’impiego comune e ricorrente in alcune “hot area” di pesticidi ormai vietati da tempo in Europa. Il 75% delle esche mostrava una preparazione dal connotato “casalingo” indice di una attività studiata allo scopo di attrarre gli animali, quali vittime designate, e per assicurare un effetto letale. Nel biennio 2017-2018 il trend di positività sembra mantenersi costante.
Questa attività di controllo e di comunicazione degli episodi di avvelenamento che ormai da oltre dieci anni è portata avanti dal nostro Istituto in stretta collaborazione con le autorità giudiziarie non rappresenta solo un compito istituzionale ma è in primis un atto di responsabilità verso tutti, poiché la disseminazione di bocconi avvelenati rappresenta un serio rischio oltre che per gli animali anche per l’uomo, in particolare i bambini e per l’ambiente.