Lago

Venerdì 11 maggio alle 18 la presentazione del progetto presso il Museo della Montagna del CAI di Torino


I laghi alpini, per la loro localizzazione in ambienti lontani dalle aree industriali, potrebbero apparire come un’oasi immutabile nel tempo e nello spazio. Rappresentano invece degli ottimi indicatori dei cambiamenti globali tanto da essere considerati delle vere e proprie “sentinelle” dell’impatto dalle attività dell'uomo sull’ambiente. Molti di essi, infatti, nonostante possano sembrare lontani dalle principali fonti di inquinamento, sono invece soggetti all’accumulo di sostanze inquinanti che vi giungono attraverso le precipitazioni. Queste sostanze, tendono ad accumularsi nelle acque e conseguentemente, negli animali e nei vegetali che le popolano. L’uomo può inoltre interferire con la biologia di questi ambienti, oltre che con l’inquinamento, anche attraverso l’immissione di specie animali e vegetali che normalmente non sarebbero presenti, le cosiddette specie aliene, e che con il passare degli anni vanno a colonizzare questi territori a spese dei loro normali “abitanti” autoctoni. Un esempio è il salmerino di fonte (Salvelinus fontinalis), specie originaria del Nord America simile alla trota che è stata introdotta dai pescatori, stravolgendo gli equilibri naturali di questi delicati ecosistemi e provocando l’estinzione locale di alcune specie come la rana rossa montana (Rana temporaria), che seppur protetta, non riesce a riprodursi dal momento che i suoi girini sono divorati dal vorace salmerino. I Laghi della Balma situati a 2100 m sulle Alpi del Piemonte, saranno il modello di studio di un gruppo di ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nel progetto ALPLA - ALPine LAkes: indicators of global change”. Il progetto, recentemente finanziato dalla Fondazione CRT, avrà come obiettivo quello di studiare le caratteristiche di questi delicati ecosistemi al fine di tutelarli dagli effetti negativi dovuti all’attività dell’uomo.-

Locandina pdf - 170.12 Kb