CUNEO. La data di venerdì 23 marzo 2018 segnerà una tappa importante per il mondo zootecnico piemontese. Un vero evento: l'inaugurazione a Cuneo del laboratorio di analisi Arap, che da gennaio funziona come un'unica struttura accorpata a livello regionale, moderna ed efficiente, a supporto degli allevatori e di tutti gli operatori del settore. In contemporanea verrà tagliato il nastro nei locali che l'Istituto ha adibito a impianto pilota per la produzione di alimenti (formaggi, salumi, ma anche preparazioni gastronomiche) a scopo di ricerca.
L'appuntamento è alle 10,30 nella sede Arap di via Torre Roa 13, a Madonna dell'Olmo. Presenti le autorità regionali e provinciali, saranno il presidente Arap Roberto Chialva e la direttrice generale dell'Istituto Zooprofilattico, Maria Caramelli, a illustrare le caratteristiche di questo insediamento tecnologico e scientifico di alto livello che rappresenta anche un modello vincente di collaborazione fra pubblico e privato, capace di sviluppare proficue sinergie e di assicurare maggiori servizi a minori costi.
Per quanto riguarda in modo particolare il laboratorio unificato dell'Arap, va segnalato che il potenziamento e l'accorpamento dei centri di analisi figurano tra le priorità assegnate all'Aia (l'associazione nazionale allevatori) dal ministero delle Politiche agricole, nell'ambito dell'articolato disegno di riordino e spending review di tutte le strutture su scala regionale.
Spiega il presidente Chialva: “Il sistema allevatoriale del Piemonte da oltre 50 anni opera sul territorio, curando lo svolgimento delle attività tecniche di supporto alla filiera zootecnica regionale. Un percorso in costante evoluzione all'insegna dell'innovazione, che ci vede ora impegnati su temi sensibili quali il benessere animale, la sicurezza alimentare, la prevenzione e la sostenibilità degli allevamenti. In tale ambito - sottolinea Chialva - il ruolo del laboratorio unico di analisi Arap diventa strategico, perché assume una funzione specifica per la prevenzione delle patologie animali ponendosi al servizio di tutte le filiere. Tutto questo è stato possibile grazie al sostegno della Regione Piemonte, da sempre vicina agli allevatori”.
Precisa la direttrice Maria Caramelli: “L'insieme di caseificio, salumificio e cucina consente di ottenere produzioni sperimentali per valutare l'andamento della crescita dei batteri attraverso lo studio dei processi produttivi con l'uso della statistica e della microbiologia predittiva (Challenge Test, Studi di Shelf-life), per fornire un supporto tecnico-scientifico alle realtà produttive del territorio e per effettuare l'analisi e la valutazione del rischio, prevista dalla normativa in materia di sicurezza alimentare. Questi studi - osserva Caramelli - sono fondamentali anche per le trattative di export del nostro cibo: ad esempio per i formaggi, alcuni Paesi importatori richiedono evidenze scientifiche sul fatto che, nel corso di preparazione e stagionatura, l'eventuale flora patogena può ridursi a livelli innocui”.