Approvato da EFSA l'uso di larve della farina per l'alimentazione umana.

IZS pronto ai controlli sanitari

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L'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha approvato l’uso delle larve di Tenebrio molitor (larve della farina) come “novel food” a uso umano.

Con l’arrivo sulle tavole europee di prodotti a base di insetti è dunque indispensabile garantire al consumatore elevati livelli di sicurezza mediante un adeguato sistema di controlli.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta si è organizzato tempestivamente ed è pronto a eseguire gli accertamenti necessari affinché il consumo degli insetti possa avvenire in totale sicurezza.

Ad occuparsi dell’attività dei controlli saranno due Strutture dell’IZS:

  • Il Centro di Referenza Nazionale per l’alimentazione animale (CReAA), che monitorerà i substrati impiegati per l’allevamento delle larve e analizzerà gli insetti già autorizzati per l’alimentazione animale;
  • Il Centro di Referenza Nazionale per le sostanze che provocano allergie (CReNaRiA), che verificherà il potenziale allergizzante degli insetti, sia in termini di prima sensibilizzazione, sia sulle possibili reazioni da parte di soggetti già allergici ai crostacei o agli acari.

PRIMI RISCONTRI ANALITICI

Nelle scorse settimane sono stati analizzati quaranta campioni di larve di Hermetia illucens (mosca soldato), che è un substrato utilizzato per gli allevamenti di insetti, e di farina proteica derivata. Su tutti i campioni è stata eseguita la ricerca di enterobatteri di Bacillus cereus, di Clostridium pefringens, di batteri anaerobi solfito-riduttori. I risultati hanno mostrato l’assenza di batteri patogeni quali Listeria monocytogenes e Salmonella spp, ma la presenza di Bacillus cereus e di enterobatteri.

PERCHÉ IL NOVEL FOOD

Gli insetti hanno grande potenzialità sia dal punto di vista nutrizionale, per la loro componente proteica, sia dal punto di vista ambientale ed economico, perché derivano da un settore zootecnico che richiede meno energia e produce meno rifiuti.

Le materie prime utilizzate nei mangimi tradizionali come fonti proteiche provengono principalmente dalla pesca (farina di pesce) e dalle coltivazioni (farina di soia). Un ulteriore incremento del loro uso è considerato insostenibile dal punto di vista ambientale.

La ricerca si sta indirizzando verso nuove fonti proteiche, vegetali e animali, che devono rispondere positivamente a requisiti di sicurezza alimentare e di sostenibilità ambientale.

Considerando il deficit proteico in cui versa l’Europa, e che determina l’importazione annuale di oltre 40 milioni di tonnellate di proteine provenienti da colture agrarie, l’attenzione si è indirizzata verso gli insetti, ritenuti una valida e innovativa fonte proteica utilizzabile nella nutrizione animale, oltre che umana.