Torino, 23 settembre 2016

Nell’ottica di internazionalizzazione e di valorizzazione del ruolo dell’IZSTO e del CEA in ambito scientifico, il convegno “The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases" rappresenta una novità sia dal punto di vista comunicativo che di approccio metodologico alla ricerca. E’ infatti opinione comune ritenere la  scienza un metodo infallibile, intenzionale e graduale per scoprire le cose. In realtà, il più delle volte, il risultato è più imprevedibile di quanto si potesse originariamente immaginare e si ottiene a seguito di una sequela di intoppi e fallimenti. Tuttavia, la forza trainante della scienza è proprio questo enigmatico "non sapere" su questioni spinose o dati inspiegabili; é la risoluzione di questo puzzle di “ignoranza” ciò che induce i ricercatori a recarsi in laboratorio presto al mattino e rimanerci fino a sera. Ciò rappresenta il preludio di ogni progresso scientifico e implica necessariamente una notevole gamma di approcci, quali lo studio di collegamenti con altre ricerche, la rivisitazione di domande apparentemente risolte, l’utilizzo di piccoli quesiti per arrivare ai più grandi o semplicemente per affrontare un problema che non si collochi esclusivamente nel campo della curiosità. La messa in evidenza e l’armonizzazione dei tasselli mancanti al sapere favorisce senz’altro la ricerca e la focalizzazione delle energie e delle risorse. Mutando quindi l'idea convenzionale di scienza e relativa divulgazione basata su ciò che si sa, il convegno “The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases"  pone l’”ignoranza” come nuova finestra sulla vera natura e sui veri misteri della ricerca sulle malattie prioniche umane ed animali e si prefigge di far dire ai neuroscienziati più in vista che cosa ancora non si sa sulle malattie da prioni.

In a role of leading the specific animal prion field in Italy, the Italian Reference Centre for Animal Encephalopaties (CEA) organizes the original meeting "The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases". Most of us have a false impression of science as a surefire, deliberate, step-by-step method for finding things out. But the process is more hit-or-miss than people might imagine. Indeed, it is exactly this "not knowing," this puzzling over thorny questions or inexplicable data, that gets researchers into the lab early and keeps them there late, the thing that propels them, the very driving force of science. Useing ignorance, consciously or unconsciously, drive science and inovation thanks to a remarkable range of approaches that includes looking for connections to other research, revisiting apparently settled questions, using small questions to get at big ones, and tackling a problem simply out of curiosity. Turning the conventional idea about science on its head, "The pursuit of ignorance for better understanding prion diseases"  opens a new window on the true nature of research, giving neuroscientists the occasion to speack about what they really still do not know about prion diseases.

 

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