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L’acquacoltura è uno dei settori a più rapida crescita al mondo e rappresenta la strategia vincente per affrontare l'esaurimento delle risorse ittiche naturali, dovuto all’incremento della popolazione mondiale. La produzione Europea di trota supera i 250 milioni di tonnellate con un valore economico attorno ai 700 milioni di euro. Italia, Turchia, Spagna e Grecia sono tra i maggiori produttori a livello Europeo e Mediterraneo; in particolare, la produzione annuale, riferita al 2015, è stata rispettivamente di 38.000, 107.101, 15.938 e 1.611 tonnellate (FEAP Production Report 2016). Tra le principali problematiche che colpiscono la produzione di trote vi sono le malattie batteriche, che rappresentano la prima causa di mortalità all’interno dell’allevamento.

La lattococcosi batterica viene annoverata tra le patologie più gravi delle troticolture nell’area mediterranea. L’incremento della temperatura delle acque, associato al fenomeno del global warming, ha fatto sì che la lattococcosi, seppur nota da decenni, tornasse ad imperversare, portando a considerare Lactococcus garvieae, agente eziologico della malattia, quale patogeno riemergente. I danni economici legati alla malattia sono ingenti per l’elevata mortalità che la caratterizza, associata all’interessamento di soggetti adulti pronti ad essere commercializzati. I sistemi di profilassi e controllo tradizionali, come i vaccini e i trattamenti antibiotici, sono risultati non del tutto efficaci, costosi e difficili da gestire; inoltre, i trattamenti antibiotici rappresentano un serio problema per l’inquinamento ambientale e lo sviluppo del fenomeno dell’antibiotico resistenza, con ricadute sulla salute umana.
L’obiettivo primario di SUPERTROUT è l’incremento della sostenibilità e redditività delle piccole imprese d’acquacoltura, obiettivo che si intende perseguire attraverso lo sviluppo di sistemi innovativi di contenimento della lattococcosi, tra cui si annovera l’utilizzo della selezione genetica finalizzata alla creazione di linee di trota resistenti alla malattia. Da sempre gli allevatori operano una selezione dei loro animali in base a requisiti vantaggiosi visibili ad occhio nudo, legati sia a caratteri produttivi quali, miglioramento filetti, accrescimento più rapido, sia a resistenza nei confronti delle malattie. L’individuazione di geni specifici legati a questi aspetti ha consentito, nel tempo, di passare ad una selezione mirata su base genetica. Non si tratta della spesso criticata e molto temuta ingegneria genetica, bensì dello sfruttamento di doti che l’animale naturalmente possiede.
Con SUPERTROUT si intende valutare il livello di resistenza alla malattia di trote portatrici della mutazione descritta in posizione 140 del gene MHC di classe II in un precedente studio insieme con la frequenza di tale mutazione nelle popolazioni individuate in aziende in ciascun paese partner del progetto. Soggetti portatori del carattere di resistenza saranno utilizzati a fini riproduttivi per ottenere una progenie, a sua volta, resistente. Saranno inoltre indagati, mediante studi genomici, ossia studi condotti a livello di tutto il patrimonio genetico della trota, nuovi marcatori genetici di resistenza, anch’essi volti all’ottenimento di una progenie resistente da impiegare in aree ad alta prevalenza della malattia.

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